DPCM E CHIUSURE FORZATE: PROVVEDIMENTI LEGITTIMI O ILLEGITTIMI?

Mag 18, 2021 | Altri servizi

Oggi torniamo a parlare di Covid19 ed in particolare dei DPCM che si sono susseguiti nell’ultimo anno e mezzo, inerenti alle chiusure forzate delle attività economiche.

Il perdurare della pandemia e delle limitazioni delle attività economiche, infatti, col passare del tempo ha dato il via a fenomeni diffusi di malcontento e protesta, volti a contestare, a volte con manifestazioni di carattere pubblico, altre con la formazione di comitati e gruppi di imprenditori-commercianti, altri ancora con la costituzione di veri e propri consorzi e sorte di class action, i vari DPCM che sono stati emessi a limitazione delle attività commerciali.

In particolare ha preso piede una corrente di pensiero giuridica finalizzata a contestare alla fonte la legittimità dei provvedimenti governativi, chiedendo che vengano dichiarati NULLI (in quanto costituzionalmente illegittimi) questi famigerati DPCM.

Vi raccontiamo, oggi, l’esito di una di queste proteste, finite nelle aule giudiziarie fino al Consiglio di Stato.

In particolare la soc. Italbet impugnava il DPCM del 14 gennaio 2021, che aveva disposto la chiusura delle sale giochi, sale scommesse, sale bingo e casinò.

Veniva nello specifico contestata la validità del provvedimento governativo, sotto numerosi punti di vista, tra i quali l’affermazione del bene costituzionalmente garantito del diritto al lavoro ed alla libertà economica.

I TAR del Lazio ha respinto il ricorso: Italbet ha quindi proposto immediatamente appello davanti al Consiglio di Stato.

Ad oggi il ricorso, nella fase preliminare-cautelare, è stato respinto (ma la decisione definitiva deve essere ancora emessa), con conferma della validità del DPCM impugnato.

Alcuni spunti meritano di essere citati:

  • il Consiglio di Stato ha infatti chiarito l’esigenza prioritaria della difesa del bene della salute, rispetto agli altri beni in gioco;
  • dall’altra parte resta attuale il diritto dell’imprenditore ad ottenere un risarcimento, qualora la valutazione di “attività non essenziale” affermata nel DPCM (relativamente alle sale da gioco) venisse sconfessata, dal punto di vista scientifico.

Si tratta di precisazioni importanti, che possono rappresentare una piccola anticipazione in merito ad eventuali Giudizi che potrebbero sorgere anche in futuro.

Il messaggio che trapela da questa decisione è duplice:

  • i DPCM sono validi? Assolutamente sì;
  • le chiusure sono legittime? Assolutamente sì;
  • lo Stato è esente da colpe? Assolutamente no, e probabilmente avrebbe dovuto sostenere diversamente le attività chiuse forzosamente, esponendosi in ogni caso alle richieste risarcitorie di chi è stato ingiustamente ritenuto “superfluo” tra la attività commerciali della nostra vita quotidiana, o troppo a rischio per essere lasciato aperto.

Un tema che è destinato a far discutere ancora per anni, vista la vigenza della pandemia e visti i tempi della giustizia italiana.

Come sempre rimaniamo a disposizione per ogni eventuale chiarimento.