Rispondiamo oggi alla domanda di Ilaria, la quale ci pone un interessante quesito: “Le attuali normative hanno disposto la riapertura dei ristoranti, con determinate limitazioni come ad esempio il mangiare all’aperto, il distanziamento, tavoli da non oltre 4 persone. Al contrario nulla è stato disposto sulle feste di matrimonio, che parrebbero quindi ancora vietate. Ma io mi chiedo: se io dopo il matrimonio portassi i miei invitati solo fuori a pranzo o a cena, nel rispetto delle norme, senza fare nient’altro: niente torta, niente ballo, niente musica, niente fotografo; sarei nella norma? Oppure è vietato lo stesso?”
La domanda di Ilaria ci pone un’interessante questione di stampo giuridico.
L’attuale normativa parrebbe creare, infatti, una sorta di disparità tra chi può, ad esempio, portare gli amici fuori per mangiare una pizza, e chi vorrebbe festeggiare con modalità tranquille e riservate il proprio matrimonio.
In questo panorama la proposta di Ilaria potrebbe apparire, da un lato, una giusta polemica/provocazione contro chi si è “dimenticato” dei matrimoni; ma dall’altro anche una possibile soluzione di non poco conto.
Andiamo ad analizzarla.
Bisogna prendere, prima di tutto, in mano la norma sulla quale si basa l’attuale divieto di feste di matrimonio.
Il DPCM 2 marzo 2021, infatti, all’art. 16 comma 2, recita: “Sono vietate le feste nei luoghi al chiuso e all’aperto, ivi comprese quelle conseguenti alle cerimonie civili e religiose”.
La norma chiarisce il divieto di “feste”.
Ma a ben vedere, che cosa è una festa?
La nozione potrebbe essere molto ampia: tornando all’esempio di prima, se invito per il mio compleanno gli amici a cena si tratta di una festa? O di una semplice cena? È vietata?
Detta così, nell’ambito del linguaggio comune, sembrerebbe in effetti che già il solo portare una torta con due candeline al ristorante, potrebbe trasformare una semplice cena (autorizzata) in una festa (vietata).
Forse abbiamo,però, bisogno di qualche dato in più.
Ecco, allora, venirci incontro il caro amico dizionario.
Cos’è una “festa” secondo il dizionario?
Secondo il “Il Sabatini-Coletti”, una festa è un: “Trattenimento pubblico o privato, per qualche ricorrenza o per divertimento: f. di compleanno, di laurea, di matrimonio”
Sembrerebbe, quindi, che sia la “ricorrenza” a decidere se si tratti di festa oppure no.
Ma approfondiamo ulteriormente la definizione del vocabolario.
Si parla di “trattenimento”.
Secondo il Vocabolario Treccani, il “trattenimento” è un: “ricevimento o passatempo che ha lo scopo di divertire o trattenere gradevolmente gli intervenuti: dare un t.; prendere parte a un t. pubblico; questa sera c’è t. al circolo; t. musicale, per lo più con esecuzione di musica vocale o strumentale da camera”.
Questa definizione apre le porte ad una descrizione più precisa, riguardo ai contenuti di una festa: è un evento nel quale gli intervenuti vengono divertiti, “per lo più con esecuzione di musica vocale o strumentale da camera”.
Una semplice cena potrebbe essere munita di questi requisiti? Probabilmente no, ed infatti le cene sono autorizzate!
Ma allora, una semplice cena che “segue” una celebrazione religiosa, è davvero considerabile una festa?
Se togliamo i festoni, gli addobbi, oppure non c’è musica, se non c’è la torta nuziale, se non viene lanciato il riso, se non c’è alcun ballo e se magari a cena gli sposi neppure hanno gli abiti “da sposi”, è una festa o una cena?
Che differenza c’è se un ristorante ospita 100 persone, in 25 tavoli da 4, separate tra loro, o se io al contrario porto 100 persone al ristorante, da me invitate, le quali consumano la loro cena ben separati tra loro nei consueti regolarmente distanziati 25 tavoli da 4?
Dobbiamo essere sinceri: dal punto di vista semantico ed alla luce delle definizioni lette, oltre che dalla lettera della norma, anche una cena, per il solo fatto che consegue ad un matrimonio, potrebbe essere considerata una festa (magari da un funzionario pubblico PARTICOLARMENTE SEVERO E POCO COMPRENSIVO); non possiamo escludere che nessuno dirà nulla.
Ma se lo scopo della norma è proteggere il bene costituzionalmente garantito del diritto alla salute, qual è in concreto la norma che sto violando organizzando un pranzo/cena in questo modo?
Metto in pericolo qualcosa o qualcuno rispetto ad una normale serata al ristorante?
Da questo punto di vista la mancanza di precetti violati, a nostro avviso, può essere rilevante nel valutare se effettivamente possano essere elevate sanzioni a carico degli sposi, del ristorante o degli invitati.
D’altronde, come sopra detto, non si potrebbe parlare di festa se non per il semplice fatto che si va a mangiare dopo una cerimonia, ma per il resto parliamo di una normalissima cena/pranzo!
Davvero il portare o meno una torta con candeline ad una cena viola le norme anticovid?
Alla luce di quanto esposto la risposta alla domanda di Ilaria può essere moderatamente ottimistica, anche se va sottolineato che trattasi di discorsi che possono “passare” per i ristoranti: nelle “location” per “eventi” ovviamente ciò diventerebbe molto più complicato.
Per concludere. Avremmo voluto darvi risposte più certe, ma purtroppo come in molte altre questioni, giuridiche e non, è per noi impossibile vedere nella “sfera di cristallo” cosa succederà: gli stessi Giudici valutano in maniera a volte diametralmente opposta situazioni analoghe.
Quello che possiamo predicare, allo stato, è tanto buon senso, rimanendo a disposizione per qualunque ulteriore chiarimento.